È il claim della social campaign che nelle ultime settimane è stata veicolata dal brand TWO WOMEN TWO MEN, marchio di punta dell’azienda Compagnia del denim a supporto del distretto tessile marchigiano specializzato nella produzione del jeans: #UnitiMaDistanti.

Il fashion per le Marche rappresenta un settore d’eccellenza. Sono 5.715 le imprese impegnate nel comparto con 40mila addetti ai lavori, un’impresa manifatturiera su tre lavora nel tessile, nell’abbigliamento e nelle calzature per un fatturato superiore ai 5 miliardi di euro (cfr dati Federmoda CNA). Questi i presupposti per difendere il made in Marche. Alessandro Marchesi infatti, ceo di Compagnia del denim vuole creare una “catena umana del jeans” #UnitiMaDistanti coinvolgendo collaboratori, fornitori, agenti, negozianti e clienti. Molteplici i contributi che provengono da diverse istituzioni come Giuseppe Sala, il compositore Saturnino, la voce di Rudy Zerby, l’artista Roberto Coda Zabetta, il giornalista Gianluigi Nuzzi, la vj e speaker radiofonica Kris Grove, l’attrice Camilla Filippi​, l’atleta azzurra ​Manuela Moeelg e il musicista americano ​Mick Fleetwood.

In concomitanza del blocco imposto dalla pandemia, Alessandro Marchesi si è adoperato per garantire soprattutto ai collaboratori una continuità lavorativa. Da qui l’idea di creare un network tra gli imprenditori del territorio e in particolare con l’azienda Lordflex che ha convertito la produzione per la realizzazione di mascherine, mentre i laboratori tessili dell’abbigliamento si sono riconvertiti nell’assemblaggio dei pezzi e sono oggi capaci di produrre quasi 10.000 mascherine al giorno.

Alessandro Marchesi, ceo di Compagnia del denim

Una storia, quella dei laboratori tessili marchigiani e di quelli italiani che è cambiata molto negli ultimi anni. Se prima erano i piccoli artigiani locali a essere il cuore pulsante del sistema manifatturiero italiano, successivamente si sono dovuti interfacciare con le realtà cinesi che si sono ambientate nel territorio. Fondamentale è quindi diventata la collaborazione.

“Negli anni, non solo queste maestranze hanno acquisito conoscenza e abilità, proprie della nostra cultura tessile, ma si sono anche integrate sempre più nel territorio, molti sono nati e cresciuti proprio qui, sentendosi parte di questo Paese” spiega Marchesi. “Per noi la qualità, la professionalità e l’abilità delle nostre maestranze hanno sempre giocato un ruolo chiave. Ai processi di globalizzazione – conclude Marchesi – abbiamo sempre risposto preservando il made in Italy e, oggi più che mai, siamo orgogliosi di essere rimasti fedeli ai nostri ideali, che, speriamo, tornino ad avere un peso e una rilevanza all’interno del nostro Paese. Noi siamo fiduciosi e non vediamo l’ora di ripartire!”