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Rigenerare riciclando: questa l’idea di Maria Silvia Pazzi che disciplina il progetto Regenesi. Nata nel 2008, l’azienda ha come obiettivo quello di creare accessori esclusivi, che siano rigenerati e derivino da materiali di post-consumo e scarti industriali.

“Facevo la consulente aziendale e insegnavo Economia all’Università di Bologna, ma in realtà volevo fare architettura – racconta Maria Silvia Pazzi, ceo di Regenesicosì quando mi trovai a Napoli nel 2008 durante lo scandalo dei rifiuti ebbi l’idea, e con essa la voglia, di creare un modello di business per la mia azienda, che fosse rigenerativo”.

Investe nel riuso al 100% e la produzione è responsabile. Da questi presupposti derivano tre collezioni: casa, composta da oggetti per la cucina e l’home living, ufficio con accessori in pelle e per l’arredo dello studio o della scrivania e moda che include borse, gioielli e piccola pelletteria.

Una filosofia che si basa su processi di trasformazione dei materiali. Certificata remade in Italy, uno schema di certificazione specificatamente rivolto al riciclo, è già sbarcata oltreoceano, interessando il Moma di New York, Pompidou di Parigi, fino al Brasile e Shangai dove ha esposto i suoi prodotti al padiglione italiano all’Expo all’interno di una mostra a cura della Triennale di Milano. Inoltre, oltre ai due soci fondatori, l’azienda ha introdotto il concetto advisory board: un gruppo di persone che hanno portato capitali, network e competenze e che hanno il compito di stimolare un approccio orientato al confronto e all’integrazione costante tra professionalità, trascorsi personali e tecnica.

Re-Flag

L’ultima proposta del brand è in collaborazione con Michela Gattermayer. Il protagonista di Re-Flag, la collezione di borse sostenibile, è un tessuto nato dal riciclo e dalla rigenerazione di bottiglie di plastica. Tracolle e maniglie sono nastri in poliestere recuperati dal magazzino di un fashion brand altrimenti destinati allo smaltimento.

“Conosco Regenesi da molti anni perché è stata una delle prime aziende a occuparsi seriamente di riciclo ed ecologia. Quindi quando Maria Silvia Pazzi, founder di Regeseni, mi ha chiesto di collaborare non ho potuto che dire sì. Quando poi mi ha fatto vedere e toccare il materiale con cui avremmo lavorato, mi sono innamorata dell’idea. Compresa l’opportunità di usare chilometri di nastri da tempo in magazzino. Per me nella vita non si butta via niente” il commento di Michela Gattermayer in merito a questa nuova collaborazione.