
Alta artigianalità italiana e strategie green ad alto impatto sociale s’incontrano nella collezione di wedding dress d’archivio firmati Atelier Emé, e rielaborati ad arte in collaborazione con mending for good, la società di consulenza nata per offrire ai brand del lusso soluzioni creative ed etiche di upcycling design-driven. Presentati il 6 dicembre in un teaser pubblicato sui canali social di Atelier Emé e successivamente esposti al Museo del Novecento di Milano, i capi sono disponibili in esclusiva dal 14 dicembre nell’atelier meneghino (Vicolo Giardino, 1).
La capsule collection Re-love è composta da sedici abiti da sposa, dieci sviluppati in collaborazione con mending for good e sei creati internamenti dall’ufficio stile dell’azienda; il comun denominatore è che sono tutte icone del marchio. Nei laboratori sartoriali della Maison i capi scelti sono stati decostruiti e ricostruiti, mentre mending for good si è occupata di fornire soluzioni di repurposing attraverso la pittura su tessuto eseguita da Karl Joerns di La Serra MK textile Atelier a Firenze, i ricami a mano eseguiti da Donatella de Bonis e le decorazioni a mano. Un upcycling raggiunto attraverso un lavoro sinergico che ha unito competenze altamente specializzate e savoir-faire artigianale, per dieci creazioni romantiche, ricche di disegni variopinti, bouquet acquerellati, applicazioni tridimensionali e ricami ton-sur-ton.
La collezione Re-love e la collaborazione tra Atelier Emé e mending for good sono il risultato di una creatività circolare applicata al settore wedding
Un percorso che è stato anche formativo grazie a una serie di workshop – organizzati da mending for good e tenuti dagli artigiani – che ha interessato i laboratori artigianali di San Patrignano per la pittura su tessuto e Manusa per il ricamo handmade. Le cooperative hanno potuto approfondire conoscenze tecniche particolari.
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