
Domani, fino al 13 gennaio 2022, contemporaneamente Pitti Immagine Uomo 101 e Pitti Immagine Bimbo 94 “aprono le porte” di Fortezza da Basso, a Firenze, grazie al main sponsor Unicredit e al supporto di MAECI e Agenzia ICE.
In totale saranno presenti 540 brand, di cui 151 esteri (28% del totale) e 37 solo su Connect, in formato digital.
“Siamo pronti a dare il nostro contributo alla ripresa della moda italiana e del commercio internazionale. Tutta la struttura di Pitti Immagine ha lavorato per aprire il salone in completa sicurezza – un’attenzione che è stata molto apprezzata dai visitatori la scorsa estate, soprattutto da chi veniva dall’estero – e con un formato espositivo rinnovato ma sempre disegnato sulle stesse caratteristiche di selezione e impatto comunicativo che, insieme al programma degli eventi speciali, hanno reso Pitti Uomo il punto di riferimento mondiale della moda e del lifestyle maschile. Perciò attribuiamo anche un valore simbolico a questa edizione 101. Le aziende hanno risposto con entusiasmo, non nascondono le difficoltà ma al tempo stesso esprimono una grande energia, una ferma volontà di tornare a rappresentarsi con le loro migliori qualità. Abbiamo numeri in chiara crescita rispetto all’ultima edizione, sia sul fronte degli espositori sia su quello dei compratori, dall’Italia, dall’Europa e dal Medio Oriente”, afferma Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine.
S|Style sustainable style: la visione eco-responsabile di Pitti
Per la 101esima edizione della fiera fiorentina, torna il progetto espositivo incentrato sui temi della sostenibilità e innovazione, S|Style sustainable style, nato dalla collaborazione tra Pitti con UniCredit.
“A questa edizione la selezione si è concentrata sul processo creativo che guida i designer nell’approccio responsabile che si riassume in 3R: riciclare, riutilizzare, reinventare. Riciclare ciò che si ha, Riutilizzarlo nelle collezioni, Reinventare i capi o gli accessori creativamente. Partire da quello che esiste, gli invenduti, le passate collezioni, gli scarti tessili e i materiali pronti a essere smaltiti. Il design del futuro è anche questo: non solo creare, ma reimmaginare”, dichiara Giorgia Cantarini, curatrice del progetto.
I dati della moda maschile nel 21/22
Il 2020 è stato per il menswear, e tutto il resto del settore T&A, un periodo buio (-19,5%) ma il 2021 complessivamente ha visto il suo ritorno in positivo, prevedendo una sua archiviazione con un fatturato in recupero del +11,9%, portandosi sui 9,1 miliardi di euro. Rispetto al 2019 però, il risultato raggiunto è ancora inferiore (-9,9%).
Nel 2021 il segmento uomo è stimato a coprire il 17,5% della filiera tessile-moda italiana.
Sulla base dei dati ISTAT, con l’archiviazione del primo trimestre, si è giunti alla conclusione che “sia le vendite estere sia le importazioni, dopo il cedimento del 2020, sono tornate interessate da dinamiche di segno positivo, quanto meno a livello complessivo di comparto. Anche il secondo trimestre ha registrato incrementi significativi: un rimbalzo dell’82,6% nel caso delle vendite estere e del 16,3% nel caso delle importazioni, relativo sempre allo stesso periodo dell’anno precedente”.
Da gennaio a settembre 2021 l’export di menswear arriva a un +12,1%, portandosi a quota 5,2 miliardi di euro, mentre l’import vede un aumento del +1,4%, per un totale di 3,5 miliardi circa.
In un documento ufficiale si legge: “gli scambi UE crescono del +20,1% in termini di export e del +12,5% in termini di import; le piazze extra-UE, invece, presentano una crescita del +6,1% lato export e, viceversa, una contrazione del -6,0% lato import. Si ricordi che la UE assorbe il 45,8% dell’export, l’extra-UE il 54,2%; per le importazioni l’extra-UE assicura il 55,8%”.