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Pierre-Louis Mascia inaugura la sua prima boutique a Milano, in via Pietro Verri, nel cuore del Quadrilatero della moda, a due passi dal Teatro alla Scala e dal Duomo. Questa apertura rappresenta un passo coerente con la storia della Maison, legata in modo particolare all’Italia: i suoi caratteristici patchwork, barocche combinazioni di pattern e immagini, vengono infatti stampati a Como da Achille Pinto, gruppo specializzato nella stampa dei tessuti dal 1933.

Questa prima boutique è stata concepita come un universo unico, che incarna l’essenza stessa dello stile Pierre-Louis Mascia

Il pubblico viene accolto da un’ampia porta in vetro in cui compare un fregio che rievoca l’arte del ferro battuto in stile milanese e, in modo discreto, il monogramma della Maison. Questa immagine, come molte altre, sarà fugace. Il negozio, infatti, cambierà pelle di stagione in stagione, riaffermando la sua libertà di essere sempre “temporaneo”: un gioco trasformista che riassume lo spirito audace di Pierre-Louis Mascia. Di collezione in collezione, la boutique sarà teatro di suggestioni temporanee, di idee in transito. Una volta varcata la soglia, i visitatori vengono proiettati in un mondo completamente diverso, quasi un’estensione del laboratorio di Tolosa del designer, che pullula di oggetti da collezione, sculture e opere antiche. Il primo particolare che salta all’occhio è un enorme album da disegno, un riferimento alla formazione di Pierre-Louis Mascia alle Beaux-Arts, che contiene tutte le lastre delle stampe di collezione.

Rievocando lo stile di Palazzo Fortuny a Venezia – un’ispirazione ricorrente per il designer – lo spazio è progettato sui toni del bianco e del nero: una base cromatica volutamente neutra, pronta ad accogliere lampi di colore. Una parete è rivestita da un’originale carta da parati – che cambierà anch’essa con le stagioni – in cui è raffigurato un giardino lussureggiante ispirato a una foto scattata in Nuova Zelanda alla fine del XIX secolo, che viene rappresentato come un grande stendardo, riflettendo un approccio museale alla stampa. Un’opera in ferro battuto – realizzata su misura partendo da un pezzo in stile Art Nouveau – accoglie il guardaroba della Maison: sciarpe, kimono, abiti lunghi, camicie, pantaloni fluidi caratterizzati da esplosioni di colore, collage di motivi d’archivio, scansioni di vecchie fotografie, tessuti, nastri, trecce.

Pierre-Louis Mascia portrait. Crediti foto: SayWho

Un grande mobile con 1.001 cassetti rievoca la suggestione di una biblioteca. Per progettarla, Pierre-Louis Mascia ha mescolato diverse influenze, come accade nelle sue stampe: così, uno sgabello da giardino in porcellana cinese del XIX secolo e una sedia da discoteca vengono accostati a mobili dell’epoca di Napoleone III e ad arredamenti sacri: in questo spazio dal forte carattere sono esposti vestiti, ma anche oggetti d’antiquariato e di design, riprendendo il concetto del cabinet de curiosité. Questa è un’opportunità per il designer di affermare il suo coinvolgimento nell’home decor, in cui i codici stilistici del marchio si rispecchiano in modo naturale.

Un muro grezzo diventa lo spazio per graffiti con testi di poesie – soprattutto di Baudelaire – realizzati a matita dallo stesso Pierre-Louis Mascia. Anche i salottini prova giocano la carta dell’originalità, perché qui, in ogni momento, lo sguardo incontra una novità: i loro pavimenti sono coperti da tappeti cinesi degli Anni ‘30 e sono divisi da grandi tende di velluto a frange. Come tocco finale, il sigillo grafico del marchio nel packaging, ornato da una cornice con un motivo vegetale bianco e nero, con influenze Art Déco.