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In occasione della Giornata Mondiale dell’Oceano, il Gruppo Prada, in partnership con la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO e il project office dell’Ufficio Regionale per la Scienza e la Cultura in Europa, ha comunicato che il MuMa, Museo del Mare di Milazzo, ha completato la digitalizzazione dei propri spazi e contenuti.

“Let’s digitize MuMa”. Questo il nome del progetto che lo scorso 20 maggio, in occasione degli European Maritime Day (EMD) 2022 di Ravenna, è stato insignito dalla Direzione Generale della Commissione Europea per gli Affari Marittimi e la Pesca (DG Mare) del prestigioso premio EU4Ocean.

Il contributo ha permesso di realizzare numerosi contenuti interattivi tra cui: un virtual tour, totem touch-screen, una guida del museo digitale, adeguamenti multimediali per rendere accessibili i contenuti a persone con disabilità visive e uditive, giochi didattici interattivi, esperienze di realtà virtuale e installazioni artistiche multimediali.

“Mesi fa, proprio quando l’emergenza sanitaria ci ha portati ad adottare soluzioni digitali per affrontare il quotidiano, abbiamo selezionato con l’aiuto di Unesco alcuni progetti che potessero dare vita a un nuovo modo di interagire con la cultura e l’educazione. La proposta del MuMa, in linea con la nostra visione, intende riscoprire l’armonia tra uomo e mare in un dialogo constante tra scienza e arte, oggi anche digitale”, ha dichiarato Lorenzo Bertelli, head of corporate social responsibility del Gruppo Prada.

“Con questo grande progetto” – ha spiegato Carmelo Isgrò, biologo e direttore del MuMa, “In partner con l’Ufficio Regionale UNESCO per la Scienza e la Cultura in Europa, realizzato grazie al supporto del Gruppo Prada, si è reso possibile far visitare e conoscere il MuMa in tutto il mondo”.

Il MuMa, Museo del Mare di Milazzo, nasce dalla commovente storia di un Capodoglio, ribattezzato Siso. Questo, nell’estate del 2017,  si è spiaggiato al largo delle Isole Eolie, morendo impigliato a causa di una rete da pesca illegale. Dopo lo straordinario recupero dell’animale, il cui stomaco conteneva molta plastica ingerita in vita, il biologo Carmelo Isgrò ha ricostruito lo scheletro oggi al centro del museo, mostrato insieme alla rete illegale che l’ha ucciso e alla plastica ingerita, con l’obiettivo di sensibilizzare alla tutela e la salvaguardia del mare.