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Quanto la crescita del mercato e dei fatturati, obiettivo di qualsiasi business, è compatibile con la responsabilità sociale e il rispetto nei confronti dell’ambiente? Credo sia questa la grande domanda che accompagnerà per i prossimi anni il settore della moda e, ovviamente, non solo quello. Tuttavia, la fashion industry rappresenta un mondo peculiare e molto più sotto i riflettori rispetto ad altri. Anche per questo, oltre che per la nostra particolare sensibilità nata in tempi non sospetti che ci ha portato a diventare prima società Benefit, ad aderire al Global Compact delle Nazioni Unite e a essere certificati B Corp, nei contenuti di HUB Style trovate spesso questo doppio registro interpretativo. In soldoni: parliamo ovviamente di business, dati e numeri. Ma con una grande attenzione ai temi ambientali e sociali.

Questi due aspetti sono e saranno sempre più legati indissolubilmente tra loro. Si veda, per esempio, il tema del bilancio di sostenibilità, vale a dire il documento che comunica con trasparenza e obiettività gli impegni presi e i risultati ottenuti nell’ambito della Responsabilità d’Impresa. Oggi questo documento è obbligatorio solo per gli enti di interesse pubblico (grandi società quotate), ma dal 2024, la redazione del bilancio di sostenibilità diventerà obbligatoria per tutte le aziende con più di 250 dipendenti, un fatturato superiore ai 50 milioni di euro e un bilancio annuo di almeno 43 milioni. A proposito: coerentemente con quanto dicevamo sopra, siamo lieti di comunicare che il nostro gruppo, pur non essendo obbligato a farlo, ha depositato il suo primo bilancio di sostenibilità, consultabile su tutti i nostri siti.

Tornando al duplice tema e partendo dai numeri del mercato, il 2022 si è chiuso con un incremento del 9%, con un giro d’affari ancora leggermente al di sotto dei livelli pre-pandemia (-3,3% rispetto al 2019). Gap che dovrebbe essere colmato nel 2023, come evidenziamo nella nostra rubrica “Observatory”. Il fatturato dell’industria italiana dovrebbe crescere del 4,5% superando i 103 miliardi di euro, come ha annunciato il presidente della Camera Nazionale della Moda, Carlo Capasa, durante la presentazione della Milano Fashion Week. Certo, anche i prezzi sono cresciuti ma tra l’1 e il 3%, quindi il saldo rimane comunque positivo, anche se l’incremento è lieve. Ma considerato il contesto geopolitico- monetario è comunque una buona notizia. Numeri positivi confermati anche dall’inchiesta esclusiva “Step into”, che abbiamo rivolto ad alcuni player d’eccellenza del mondo della calzatura luxury femminile.

Come dicevamo, alla crescita deve sempre più essere accompagnata una nuova e più diffusa consapevolezza e sensibilità nei confronti delle persone e dell’ambiente. Ecco perché vale la pena fare una seria riflessione su modelli di business che paiono ormai sdoganati e sempre più utilizzati. Ma che forse andrebbero ripensati o quanto meno corretti nelle loro più eclatanti (e impattanti) distorsioni. Prendiamo gli acquisti online. Negli ultimi anni sono aumentati in modo esponenziale e con loro anche il volume dei resi, portando con sé una serie di problematiche “ingombranti” e preoccupanti. In Europa, l’Italia ha un tasso di resi del 16%, comunque più basso rispetto ad esempio Francia, Germania e Svizzera, che rispettivamente rispediscono al mittente una percentuale di acquisti del 24%, del 44% e del 45%. Un trend comunque in aumento e nocivo sia per i conti di aziende e retailer (il servizio di reso spesso è gratuito ma ha ovviamente un costo per chi se ne fa carico) sia per l’ambiente (trasporti extra, nuovi imballaggi, costi e residui di smaltimento). C’è chi studia nuove applicazioni tech e chi mira a sensibilizzare di più i clienti. Anche in questo caso il settore della moda è chiamato a dare il buon esempio. Magari individuando, prima di altri, soluzioni creative e virtuose. Per vendite e acquisti più consapevoli, senza per questo rinunciare alla crescita, ma impegnandosi per eliminare quella velenosa parentesi dal titolo di questo editoriale.

Benedetto Sironi
benedetto.sironi@sport-press.it