
Un incontro di dibattito che ha visto approfondire il ruolo delle industrie creative all’interno dell’attuale scenario ambientale. Questo è Imaginarium.
L’evento si è tenuto lo scorso 13 settembre a Fondazione Riccardo Catella e i suoi promotori sono stati Acqua Foundation, organizzazione filantropica per la conservazione dell’acqua e della sua governance a livello globale, e LVRSustainable, sezione sostenibilità di LuisaViaRoma.
L’unico loro obiettivo era quello di sensibilizzare il pubblico sul controverso tema della sostenibilità, promuovendo buone pratiche responsabili e ispirando il mondo delle industrie creative verso un cambiamento concreto.
In occasione di questo evento abbiamo avuto modo di scambiare due parole con Fernanda Hernandez, head sustainability di LuisaViaRoma e Gabriele Bonfiglioli, presidente e co-founder di Acqua Foundation.
Fernanda Hernandez, head of sustainability di LuisaViaRoma

Fernanda Hernandez, sustainability manager di LuisaViaRoma nel corso del suo intervento legato al fashion
Ci parli un po’ di lei e del suo background. Cosa l’ha spinta, oggi, a diventare Head of Sustainability? E perché proprio da LuisaViaRoma?
Il mio percorso di studi in legge, motivato dalla mia profonda passione per i diritti umani, non aveva originariamente nulla a che fare con il mondo della moda. Tuttavia, dopo aver completato gli anni di università, ho intrapreso ulteriori master in comunicazione e marketing, insieme a studi approfonditi sulla sostenibilità e il business. È stato proprio durante questo percorso, studiando e lavorando in diverse parti del mondo, cosa che ha arricchito il mio approccio multiculturale, che ho acquisito una consapevolezza più profonda delle problematiche ambientali e sociali legate all’industria della moda. Coinvolgendomi in tematiche e progetti in favore delle donne e parità di genere. Questa consapevolezza è stata la forza trainante che mi ha spinto verso la carriera della sostenibilità. La scelta di lavorare con LuisaViaRoma è stata una scelta naturale per me. LuisaViaRoma mi ha offerto l’opportunità di costruire la comunità di LVRSustainable, un’iniziativa che negli anni ha permesso di realizzare progetti significativi su temi come la sostenibilità, l’inclusività e l’empowerment delle donne. Questi sono temi di cui sono estremamente orgogliosa. Inoltre, LuisaViaRoma ha una vasta comunità globale, il che la rende una piattaforma incredibilmente importante per sensibilizzare, informare e influenzare positivamente una comunità internazionale.
Cos’è LVRSustainable? E quali sono i marchi che rispettano le linee guida della responsabilità sociale e ambientale che vorrebbe far entrare nel progetto?
LVRSustainable è la sezione di LuisaViaRoma che comprende brand e prodotti che utilizzano materiali, processi o promuovono iniziative per l’ambiente e la società. In questi anni abbiamo creato una comunità globale che abbraccia la sostenibilità e al tempo stesso stimola la creatività attraverso la moda consapevole. Abbiamo una guideline interna per stabilire i prodotti e i brand che possono essere inclusi che comprendono certificazioni, utilizzo di preferred materials, che promuovono il riutilizzo e il riciclo dei tessuti, progetti sociali o di community engagement e women’s empowerment. La sezione LVRSustainable vede per le categorie uomo e donna, dai brand più famosi come Stella McCartney, Brunello Cucinelli, Ganni e Gabriela Hearst, a quelli emergenti come TheMoirè, St.Agni e Designers Remix. Mentre per la categoria bambino vi nomino alcuni brand come Molo; di brand casa, Tekla e Paper Collective. Infine la categoria beauty brand come Emma Lewisham.
Ciò che la contraddistingue è la sua prospettiva umana. Come l’attenzione alle persone può veramente portare a un cambiamento significativo nel settore e nel mondo?
Credo fermamente che il potere del cambiamento risieda nelle persone. L’attenzione dedicata alle persone può effettivamente scatenare un impatto positivo non solo nel settore, ma nell’intero mondo. Quando mettiamo le persone al centro delle nostre azioni, riconosciamo il loro ruolo fondamentale nella produzione, nell’innovazione e nella definizione del nostro legame con il sistema. Questa prospettiva non solo apre le porte a un business potenzialmente redditizio, ma anche a una crescita economica globale e al benessere sociale. La sostenibilità non è solo una questione ambientale, ma riguarda anche il miglioramento delle vite umane. È attraverso questa visione centrata sulle persone che possiamo costruire un futuro migliore, creando valore non solo per le imprese, ma per l’intera comunità mondiale.
Oltre al valore umano, quali sono i key points che porterebbero a un cambiamento?
Promuovere una cultura sostenibile è il cuore del cambiamento. Dalla sfera lavorativa a quella familiare, sia in termini ambientali che sociali. L’educazione continua su questi temi ci consente di comprendere appieno il nostro impatto individuale. Trovare l’equilibrio tra la responsabilità delle aziende, la creazione di policies e regole chiare così come la nostra scelta come consumatori, basata sulla consapevolezza e la responsabilità, è ciò che guida il cambiamento.
Qual è la sfida più importante che ha dovuto affrontare fin dall’inizio?
Sicuramente la sfida più importante è stata quella di iniziare a parlare di sostenibilità in un momento in cui non era ancora un tema d’interesse generalizzato. Nessuno ne parlava, ed è stata un po’ la mia missione personale creare una cultura di sostenibilità, non solo in azienda, ma anche all’esterno, promuovendo la moda sostenibile. Volevo dimostrare che la sostenibilità non è solo una questione di conformità normativa, ma rappresenta anche un importante potenziale per un business positivo.
Gabriele Bonfiglioli, presidente e co-founder di Acqua Foundation

Gabriele Bonfiglioli, presidente e co-founder di Acqua Foundation durante lo speech introduttivo ai panel
Cos’è Acqua Foundation?
Acqua Foundation è un’organizzazione filantropica senza scopo di lucro che si occupa della conservazione dell’acqua e della sua governance a livello globale. L’associazione sviluppa network volti a finanziare progetti strategici su scala internazionale per accrescere la consapevolezza sul tema delle risorse idriche.
Quali sono le sue mission e vision?
Diceva un grande saggio che l’acqua non è un’eredità dei nostri padri, ma un prestito dai nostri figli. Dobbiamo riconsegnarla a loro almeno così come è stata consegnata a noi. La Mission di Acqua Foundation è quella di contribuire a mitigare la crisi idrica e a diffondere la consapevolezza che l’Acqua è una risorsa scarsa da preservare e per farlo utilizziamo l’Arte per la sua immediatezza come mezzo di comunicazione.
Come si può migliorare e incrementare la consapevolezza sul tema delle risorse idriche?
I due principali temi della crisi idrica globale sono il primo la scarsità dell’acqua e il secondo la sua sicurezza. La scarsità. L’acqua occupa il 71% circa della superficie terrestre. Di questa, però, l’acqua utilizzabile è un’infinitesima parte e la maggior parte di essa è stoccata in luoghi inaccessibili come ghiacciai o falde profonde. Per fare un paragone, se tutta l’acqua del pianeta fosse un litro, quella dolce non rappresenterebbe nemmeno mezzo cucchiaino di caffè. Per questo l’acqua rappresenta una risorsa scarsa e strategica e lo sarà sempre di più in futuro. Oltre 2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile e metà della popolazione mondiale non ha accesso ad acqua sicura. Per incrementare la consapevolezza su questi temi ci vuole un impegno coordinato di cittadini, aziende e governi. È una sfida che non possiamo permetterci di perdere. La nostra collaborazione con il Pacific Institute lanciando la Business Leaders Call Open Call to Action per coinvolgere aziende e business leaders su un programma di utilizzo responsabile della risorsa idrica va in questa direzione.
Secondo la realtà, l’arte è lo strumento più potente per diffondere il messaggio di “sostenibilità”. Come riesce a combinare questi due mondi sensibilizzando l’opinione pubblica?
L’arte è immediatezza. Gli artisti sentono e vedono in anticipo. Riescono a comunicare alla mente e allo stomaco delle persone. Sono dei connettori di mondi e realtà diverse. Il loro ruolo è di acceleratore. L’arte è alla base del nostro progetto. Da un lato ci sono i dati, le informazioni, la governance, che certamente sono imprescindibili per chi si impegna come noi sulla sostenibilità, ma dall’altro abbiamo bisogno di immaginazione, immediatezza e di cogliere tutto quello che non è misurabile. E il ruolo dell’arte per noi è questo. Abbiamo lavorato con artisti italiani e internazionali, tra cui Michael Wang, Andreco, Marion Baruch, Davide Quayola per citarne alcuni, partecipando con progetti alla Biennale di Venezia, Manifesta e Cannes Film Festival.
di Sara Fumagallo
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